“Il corpo è schiacciato dalla propria forza-peso, vale a dire dalla propria forza muscolare,
dalle ipertonie, dagli stati di tensione e contrazione, dalle perdite di elasticità” (F. Mézières).
È facile confondere il Metodo Mézières con una semplice ginnastica dolce, in realtà si tratta di
un lavoro posturale e correttivo impegnativo sia per il paziente che per il terapista sul piano
fisico e psicologico.
I principi, le intuizioni e le osservazioni che caratterizzano tale metodo sono alla base di molte tecniche.
Il Metodo Mézières, in particolare, è indicato per normalizzare tutti i problemi osteo-muscolo-articolari ed ha come
campo di applicazione quello della patologia funzionale:
Secondo Françoise Mézières, creatrice e studiosa del Metodo, esiste una FORMA normale del corpo alla
quale rifarsi e da confrontare con tutte le altre. Essa è quella che rispetta le proporzioni del “numero aureo”,
usato dagli antichi greci nella scultura del periodo classico, molto caro a Leonardo da Vinci e considerato dalla
ideatrice stessa “legge di armonia universale”.
Secondo la Mézières è infatti la forma a governare la funzione e non il contrario; attraverso un costante miglioramento della forma,
della quale la “statua greca” è il canone, ci si avvicina alla forma perfetta.
A partire da questi presupposti tale Metodo ha lo scopo di “curare” la persona cercando di ripristinare la simmetria delle parti
con un lavoro di rieducazione di tipo posturale attraverso esercizi che favoriscono l’allungamento dei
muscoli privi di elasticità.
I numerosi muscoli, specialmente quelli posteriori del corpo e dorsali, si comportano come un unico grande e potente muscolo in
grado di deviare la corretta posizione di vertebre e capi articolari su cui hanno inserzione.
Questo comportamento venne analizzato dalla Mézières attraverso uno studio minuzioso dell’anatomia e della cinesiologia muscolare,
per arrivare a sostenere che ogni muscolo del corpo è collegato all’altro e sovrapposto come “tegole” di un
tetto andando a costituire diverse catene muscolari:
Catena posteriore
Catena antero-interiore
Catena brachiale anteriore
Catena anteriore del collo.
Queste catene si trovano sempre in una condizione d’ipertonicità e costante retrazione e se non dovutamente
corrette in allungamento possono causare tutta una serie di dimorfismi: scoliosi, dorso curvo, iperlordosi,
ipercifosi etc…
Il Trattamento
Lo scopo delle posture è di allungare le catene muscolari facendo riferimento alla forma perfetta.
Lo stiramento dei muscoli provoca, però un certo disagio e quindi il corpo, in maniera del tutto
incosciente, mette in atto una serie di "compensazioni" per evitare l'allungamento che spesso si
esprime con una sensazione di dolore. Si tratta di un dolore da stiramento muscolare che i pazienti
descrivono come "un dolore che si sente che fa bene".
La Fase Passiva, in cui si lavora in totale rilassamento e distensione del paziente e in cui il terapista svolge un lavoro manuale tendente a riarmonizzare l’alterato rapporto tra muscolatura tonica e dinamica, e a dissociare il cingolo scapolare e pelvico. In questa fase inizierà il lavoro di riequilibrio degli appoggi plantari e d’allineamento degli arti inferiori, che sarà preparatorio e indispensabile per la progressione del trattamento. Questa è la fase per noi più importante: il paziente impara a lavorare esclusivamente con la muscolatura tonica, lasciando completamente rilassata la muscolatura dinamica, soprattutto quella anteriore (quadricipite, addominali ecc.). E’ la fase in cui il paziente impara a “lasciarsi andare” attraverso il “sospiro espiratorio”, e nella quale impara a controllare i compensi dinamici.
La Fase Attivo-Passiva inizia nel momento in cui si saranno allineati due dei tre punti di repere del tronco – occipite, dorsale, sacro. Il paziente inizia, contemporaneamente al lavoro manuale del terapista, a mantenere delle posture attivamente con il supporto di cuscini più bassi e della cinta elastica.
La Fase Attiva è la fase nella quale si stabilizza il riequilibrio muscolare ottenuto nelle altre due fasi, esclusivamente attraverso le posture attive del paziente. Questa fase inizia nel momento in cui il paziente ha allineato tutti e tre i punti del tronco; come compenso è consentito solo un piccolo cuscino nell’ileo o nell’occipite e una leggera flessione degli arti inferiori. Soltanto in questa fase, cioè dopo una lunga progressione e armonizzazione muscolare, si fanno assumere al paziente posture di “messa in tensione” senza l’ausilio d’alcun cuscino o cinta.
Queste tre fasi non sono proposte meccanicamente nella loro successione, ma sono miscelate in ogni seduta adattandosi alla tipo-psico-morfologia del soggetto.
La progressione del trattamento in Prima Squadra. Da una postura con cuscini alti e con le gambe sostenute da una cinta rigida, progressivamente si abbassano i cuscini e si usa la cinta elastica. In seguito la postura è mantenuta dal soggetto senza l’ausilio di cinte e con un piccolo cuscino, che sarà poi tolto.
Non è il paziente ad adattarsi al trattamento posturale, ma sarà quest’ultimo ad adattarsi a ogni soggetto. Non si tratterà la sciatalgia del sig. Bianchi allo stesso modo della sciatalgia del sig. Rossi. Lo studio approfondito della tipologia e del temperamento del soggetto arricchisce e completa il lavoro posturale e permette al terapista di adattarsi al paziente in ogni suo aspetto consentendogli di affrontare con un ampio bagaglio di conoscenze ogni patologia.
Al trattamento posturale, s’integrano molte tecniche manuali: le normalizzazioni articolari, la riflessologia, la digitopressione, i pompages, il lavoro fasciale, ecc.
Il trattamento si baserà sulle deformazioni del soggetto a seconda delle modalità di compensazione che egli stesso utilizza per proteggerle. Non esistono quindi delle posizioni standard, non esistono ricette ma solo alcuni principi di base. In effetti, ogni patologia ha una modalità di espressione simile: i sintomi della sciatalgia, ad esempio, sono riconoscibili come un dolore forte al gluteo o nella parte posteriore della coscia ecc.. L'accorciamento che provoca il dolore, però, si manifesta spesso in maniera diversa, perciò, due persone, con lo stesso dolore, ma con deviazioni dalla “forma” normale differenti, avranno bisogno di due sedute diverse.
In ogni seduta il terapeuta deve inventare, creare su misura una sequenza organizzata di esercizi posturali in funzione della situazione che si presenta
VIVIANA CHIARUCCI Dott.ssa in Fisioterapia
Campi di applicazione
Indicato nei casi di:
cervicalgie
inversioni di curva, verticalizzazione, sindromi vagali
mal testa di origine miotensiva
ernie cervicali
colpo di frusta
cervicobrachialgie
sindrome degli scaleni
sindrome del sovraspinoso
inpigment
periartrite scapolo omerale
sindrome della cuffia dei rotatori
sindrome del capo lungo del bicipite
sindrome del tunnel carpale
dito a scatto
ernia iatale
blocchi diaframmatici
blocco in inspirazione ed espirazione
coxalgia
lombalgia
lombo sciatalgia
sindrome del piriforme
spondilolistesi
ernie lombari
colpo della strega
blocco del sacro in anteriorità o posterioriorità
disfunzioni sacroiliache
iperlordosi e ipercifosi
false asimmetrie di arto inferiore
ripristino delle normali funzioni del pavimento pelvico
ginocchia valghe e vare
sindrome femoro rotulea
gonartrosi
piede cavo e piede piatto
È indicato, inoltre, per gli sportivi per la prevenzione di contratture, stiramenti, strappi, tendiniti e inoltre trova applicazione nell’ambito della medicina preventiva.